Si chiama Snv ed è stato inventato nel 2001. Pensato dal ministro Moratti, implementato da Fioroni con l’Invalsi e la valutazione dei dirigenti, sperimentato dalla Gelmini, il Sistema potrebbe finire in Gazzetta ufficiale entro l’anno. Ieri è stato approvato il Regolamento in sette articoli. Ora mancano ancora 5 passaggi istituzionali, mentre una prima verifica degli strumenti partirà già a settembre in 300 scuole italiane. “Se vogliamo mettere il Paese al centro, dobbiamo porre la scuola al centro. Perché la scuola è il cuore del Paese e migliorarla è utile a tutti – genitori, insegnanti, studenti – ma anche alla politica”, commenta il sottosegretario Elena Ugolini che dal 2001 segue la lunga elaborazione del Snv.
COME FUNZIONA Anche qui l’Italia arriva in ritardo. In Inghilterra un sistema di valutazione esiste da vent’anni. Così in Olanda e Australia. E nei principali Paesi Ocse. Il nuovo meccanismo prevede alcuni passaggi che consentiranno di riorganizzare i dati che oggi il Miur, il ministero dell’Istruzione, già possiede, renderli standard e confrontabili poi con le migliori esperienze straniere, ma anche con tutto ciò che viene dopo la scuola: l’università e il lavoro.
I PASSAGGI Il primo step è l’autovalutazione. Ad ogni scuola sarà inviato un fascicolo elettronico con i dati del Miur su alcuni elementi chiave: assenze degli insegnanti, tasso di ripetenza degli studenti, il successo o meno del ragazzo nei passaggi scolastici successivi, l’inserimento nel mondo del lavoro o la carriera universitaria. Gli istituti correggono o completano il fascicolo, costruiscono un Rapporto e propongono un Piano di miglioramento. Il secondo step è la valutazione esterna fatta da appositi “Nuclei di valutazione”, composti da tre persone: un ispettore del ministero dedicato e due “esperti”. Il Nucleo arriva nelle scuole (si partirà da quelle con criticità, per poi arrivare a tutte) e discute il Piano con dirigente e docenti. Terzo step, le “azioni di miglioramento” messe in campo dagli istituti stessi. Ultimo step, la sintesi tra i due Rapporti (della scuola e del Nucleo) sarà la base per la valutazione finale del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, già oggi incaricato a questo scopo, ma mai operativo. Mancavano gli strumenti, ora sono arrivati.